EVOLUZIONE DELLA TRICOPIGMENTAZIONE IN EUROPA

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L’evoluzione della tricopigmentazione in Europa è stata, nel corso del secolo scorso, piuttosto rapida.

L’invenzione di questo trattamento viene attribuita al tatuatore londinese Sutherland MacDonald. Agli inizi del Novecento fu infatti lui ad eseguire per la prima volta il trucco permanente, dando alle guance della paziente che si sottopose alla seduta un colorito rosa stabile.

L’obiettivo del trattamento era migliorare alcuni tratti del viso come sopracciglia e labbra. Per farlo venivano utilizzati pigmenti inseriti nello strato superficiale della pelle. L’attenzione era dunque solo all’aspetto estetico.

NASCITA DELLA TRICOPIGMENTAZIONE IN EUROPA

Con il tempo, la stessa tecnica ha trovato applicazione in un nuovo contesto: la simulazione dei follicoli piliferi sul cuoio capelluto. Questo processo ha preso il nome di tricopigmentazione.

Il fenomeno nasce per rispondere a esigenze di chi soffre di calvizie, alopecia o cicatrici post-trapianto. La differenza principale rispetto al trucco permanente risiede nei pigmenti utilizzati e nella profondità di impianto. La tricopigmentazione viene fatta con pigmenti biodegradabili inseriti sotto la cute, cosi da garantire un effetto più naturale, mentre per effettuare il trucco permanente si ricorre all’utilizzo di colori non necessariamente biodegradabili e gli stessi colori sono inseriti più a fondo nella cute per garantire una durata maggiore.

LE ATTREZZATURE UTILIZZATE PER LA TRICOPIGMENTAZIONE

L’evoluzione delle attrezzature per la tricopigmentazione ha contribuito in maniera significativa al miglioramento della qualità dei servizi, alla possibilità di garantire al paziente un’esperienza sicura e dai risultati ottimali e alla crescente diffusione sul territorio di centri abilitati ad effettuare il trattamento.

I professionisti utilizzavano, inizialmente, le stesse apparecchiature dal trucco permanente, con macchinari e aghi poco specifici per il cuoio capelluto. Ciò limitava la precisione del trattamento e la naturalezza dell’effetto.

Il primo grande cambiamento si è avuto quando sono stati brevettati i primi aghi specifici per tricopigmentazione. Monouso, sterili e costruiti per ridurre al minimo il trauma cutaneo sono aghi, la cui forma e dimensione, è oggi variabile. Il trattamento realizzabile può dunque essere personalizzato in base al tipo di pelle e alle esigenze della persona che scegli di sottoporsi ad esso.

Le macchine per la tricopigmentazione si sono, contestualmente, evolute per offrire un controllo più preciso della profondità di impianto del pigmento. I moderni dermografi sono dotati di motori più potenti ma delicati, che assicurano movimenti regolari e continui per ridurre errori o sbavature.

I pigmenti hanno, nel corso del tempo, subito un determinante processo di miglioramento. Con il trucco permanente venivano usati pigmenti generici che, il più delle volte, erano poco tollerati. Oggi sono utilizzati quelli biocompatibili e studiati per mantenere la tonalità naturale nel tempo, riducendo il rischio di viraggi di colore indesiderati.

L’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE

L’evoluzione della tricopigmentazione ha conosciuto un rapido sviluppo anche grazie alla crescente importanza rivestita dalla formazione professionale dei tecnici adibiti a questo trattamento. Il trucco permanente si concentrava su tecniche artistiche per il viso ed era spesso realizzato da chi voleva adibire la sua abilità ad un lavoro focalizzato sul miglioramento dell’aspetto estetico delle persone. La tricopigmentazione richiede invece competenze specifiche nella lettura delle anatomie del cuoio capelluto e delle luci naturali per creare risultati ottimali e in linea con le aspettative del paziente.

Tutti i professionisti che si occupano di tricopigmentazione sono quindi certificati e sottoposti a costanti corsi di aggiornamento per poter svolgere al meglio questa professione.

LA TRICOPIGMENTAZIONE IN EUROPA OGGI

La tricopigmentazione sta guadagnando popolarità in paesi europei come l’Italia, dove la sensibilità estetica è elevata. Oggi infatti considerata la migliore soluzione non invasiva per affrontare la calvizie e il diradamento dei capelli.

La crescente domanda di trattamenti di tricopigmentazione è influenzata anche dall’alta incidenza di calvizie in Europa: Otto dei dieci paesi con la più alta incidenza di calvizie si trovano in Europa. Ad esempio, la Repubblica Ceca registra che il 42,79% degli uomini ha capelli radi o assenti, mentre l’Italia si posiziona al secondo posto con una percentuale leggermente inferiore.

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